Il Taijiquan Chen
Lo stile Chen è ritenuto la forma più antica del Taijiquan, originaria del villaggio di Chenjiagou (Henan, Cina).
Si fonda sui principi del Libro dei Cambiamenti (易經 Yì Jing), sulla teoria dello Yin e dello Yang, e sulla filosofia taoista. Combina lo studio delle arti marziali tradizionali, la conoscenza del movimento e la teoria medica tradizionale cinese.
Conosciuto in tutto il mondo per i suoi movimenti lenti, fluidi, continui e armoniosi che favoriscono l'accumulo e la corretta circolazione dell'energia vitale, il Taijiquan è considerato anche un tipo di meditazione in movimento, che consente al praticante di ricercare e rinnovare un continuo equilibrio fra mente, corpo e spirito e lo aiuta a mantenere e rafforzare la propria condizione di salute psico-fisica; esercizio di "lunga vita" per eccellenza e può essere praticato a tutte le età, sia dai giovani che dagli anziani, traendone grandi benefici.
Lo stile Chen del Taijiquan è caratterizzato da movimenti morbidi e spiraleggianti, espressione di uno stato di quiete mentale, e da esplosioni di forza, repentine, inaspettate e potenti allo stesso tempo, in un'alternanza di movimenti lenti e veloci, la cui esecuzione favorisce il benessere psicofisico e l'esercizio delle pratiche marziali.
Praticato in maniera appropriata e con serio impegno, rappresenta un efficace e sofisticato mezzo di autodifesa che, in accordo con i principi della filosofia taoista, insegna a usare la morbidezza per sconfiggere la forza rigida.
La nostra scuola, ITKA, attraverso l'infaticabile insegnamento del Direttore Tecnico, M° Gianfranco Pace, propone approcci diversi e complementari allo studio del Taijiquan:
- Taijiquan classico, che comprende lo studio delle forme a mani nude e con le armi, il lavoro in coppia e lo studio delle applicazioni marziali delle forme;
- Qi Gong, lavoro di conduzione del soffio vitale attraverso il corpo tramite il concetto di connessione strutturale, energetica ed universale, dove I movimenti eseguiti sono rilasciati, continui e armoniosi, con effetti benefici sulla mente e sul corpo del praticante.
- Kungfu di Chenjiagou, la cui pratica coniuga l'aspetto introspettivo del Taijiquan con le esigenze fisiche e dinamiche degli allievi che, attraverso il "duro lavoro" (Kung fu) e una equilibrata disciplina imparano il rispetto per se stessi e per gli altri.
Il programma proposto, oltre ad avvicinare bambini e ragazzi alla pratica di questa arte, interessa praticanti adulti che trovano in esso un sistema utile ed efficace per comprendere l'aspetto marziale del Taijiquan.
Programma
Il programma del corso proposto dalla nostra scuola prevede diverse aree di studio:
- Esercizi preparatori (Qigong)
- Esercizi di Chansi jin (energia del bozzolo di seta)
- Esercizi di Fajin (energia esplosiva)
- Forme tradizionali a mani nude (Laojia Yilu e Laojia Erlu)
- Forme con le armi (spada, sciabola, spada in coppia, doppia sciabola).
- Applicazioni delle forme
- Tuishou (spinta con le mani) codificato
- Tuishou libero a piedi fissi.
- Tuishou libero in movimento.
- Esercizi di condizionamento
- Partecipazione a incontri tenuti dal Responsabile tecnico Angela Ottaviani, a seminari e stage nazionali e internazionali tenuti dal M° Gianfranco Pace (DT ITKA) nelle varie sedi della scuola, e a periodi di studio residenziali presso la sede centrale ITKA.
Storia
Gli studi approfonditi condotti all'inizio del secolo sull'origine del Taijiquan hanno condotto gli storici cinesi al villaggio della famiglia Chen, chiamato Chenjiagou (陈家沟), nella provincia dello Henan.
Chen Wangting (陈王庭), vissuto tra il 1580 e il 1660, esponente della IX generazione della famiglia Chen, è considerato il creatore dello stile Chen del Taijiquan.
Chen Wangting era un funzionario dell'esercito imperiale, divenuto celebre per aver sconfitto a più riprese i gruppi di banditi che imperversavano nella regione.
Si racconta che il suo stile di combattimento fosse eccellente, e che molti funzionari imperiali lo volessero al proprio fianco come membro della scorta personale.
Dopo la caduta della dinastia Ming, Chen Wangting si ritirò dalla vita pubblica e dedicò il resto della sua vita alla elaborazione e al perfezionamento di un sistema fondato sulle abilità delle arti marziali tramandate nella sua famiglia, sulle proprie esperienze di combattente e sulla sua conoscenza di diversi stili di arti marziali a lui contemporanei. Si dedicò alla trasmissione dell'arte da lui elaborata ai giovani della famiglia Chen.
Egli creò e sviluppò un'arte marziale dalle caratteristiche uniche dove, invece di usare la forza bruta, venivano messi in pratica i principi legati all'alternanza Yin e Yang: l'idea del pieno e del vuoto, dell'apertura e della chiusura, del rilasciare, del rigido e del cedevole, come pure l'uso del movimento a spirale, chansijin, e della forza esplosiva, fajin.
Codificò questa nuova arte marziale in una serie di forme da combattimento a mani nude e introdusse l'uso delle armi, in particolare la lancia, la spada e l'alabarda, combinando l'arte con le pratiche taoiste per l'energia interna, basando lo sviluppo della forza non solo sul lavoro muscolare, ma sulla forza dell'intenzione e sulla capacità della mente di veicolare il Qi.
La XIV generazione vide due importanti esponenti della famiglia Chen, Chen Youben (陈有本) e Chen Changxing (陈長興), rielaborare le forme tramandate nella famiglia.
A Chen Youben è attribuita la codifica della forma xiao jia (小架), piccola intelaiatura;
Chen Changxing (1770 - 1853), invece, operò una sintesi delle forme tradizionali, in quel periodo conosciute ormai da poche persone, elaborando la struttura attuale dello stile Chen in due forme, Yilu 一路(prima sequenza) e Paochui Erlu (seconda sequenza, pugni di cannone). La prima era composta da movimenti lenti e fluidi, mentre la seconda comprendeva azioni più atletiche e dinamiche.
Esponente leggendario della XVII generazione della famiglia Chen, fu Chen Fake (陈發科), vissuto dal 1887 al 1957, considerato uno straordinario artista marziale, uomo di grande rettitudine, e uno dei grandi innovatori dell'arte.
Nel periodo di insegnamento a Pechino, egli apportò alcune modifiche al modo di eseguire la forma, aumentando il numero dei movimenti originari, rendendoli più circolari e ricchi di leve articolari (qinna 擒拿). Al suo ritorno a Chenjiagou, l'esecuzione delle sue forme era talmente diversa da quella ideata da Chen Changxing che fu chiamata "nuova intelaiatura", "xinjia 新架", mentre le sequenze ideate da Chen Changxing furono identificate come "vecchia intelaiatura", "laojia 老架".
Oggi i rappresentanti, appartenenti alla XIX generazione della famiglia Chen, sono Chen Xiaowang 陳小旺, Chen Zhenglei 陈正雷, Zhu Tiancai 祝天才e Wang Xian 王西安, noti anche come i quattro guerrieri del Buddha.
Lo stile
Lo stile Chen tradizionale è considerato, rispetto agli stili che ne sono derivati, lo stile del Taijiquan che ha rappresenta lo spirito marziale dell’arte.
E’ caratterizzata dall’alternanza di movimenti lenti e di movimenti veloci la cui esecuzione ne evidenzia le applicazioni marziali.
I caratteri peculiari dello stile sono:
il chansijin (缠丝劲) e il fajin (发劲).
Il chansijin (缠丝劲) è il modo di utilizzare la forza, indirizzandola attraverso movimenti a spirale, tipici dello stile Chen. Il termine cinese si può tradurre come “energia del bozzolo di seta”, a indicare che la forza scorre nel corpo avvolgendosi o dipanandosi come il filo di seta attorno al bozzolo.
I movimenti eseguiti utilizzando il chansijin realizzano un effetto deviante sulla forza che sopraggiunge in modo diretto, vale a dire che, grazie alla circolarità, viene modificata la direzione della forza emessa dall'avversario.
Per allenare questo principio, nella nostra scuola è stata elaborata una sequenza di cinque esercizi praticandoli i quali si sviluppa la capacità di muoversi secondo traiettorie circolari e a spirale.
Il fajin (发劲) è una tecnica per emettere la forza interna (劲, jin) in modo esplosivo, attraverso la coordinazione del movimento; attraversando il corpo estremamente rilassato, la forza viene indirizzata in una traiettoria circolare e a spirale.
Grazie alla coordinazione dei movimenti e all’allineamento della struttura del corpo, Il qi scorre dal centro lungo l'arto fino a raggiungere l'estremità (mano, piede, spalla ecc), e la sua emissione realizza una forza molto superiore al solo vigore muscolare.
Anche nell’esecuzione dei fajin, l’emissione della forza esplosiva è subordinata alla condizione di rilassatezza del corpo, poiché qualsiasi tensione vanifica gli effetti dell’emissione della forza che, al contrario, può rivolgersi contro il praticante che la emette. Nella nostra scuola è stata elaborata una sequenza di movimenti atta ad allenare i fajin.
Nella pratica del Taijiquan stile Chen, la respirazione deve essere naturale e i movimenti devono essere eseguiti con naturalezza, una naturalezza che si persegue con l’allenamento costante del rilasciare e con l’allineamento della struttura del corpo. Lo stesso movimento si può effettuare a velocità e intensità diverse, e la respirazione non è sempre la stessa, e per questo deve essere lasciata naturale. Per esempio, nella esecuzione di una serie rapida di fajin, non è possibile controllare la respirazione. Esiste una regola generale, per la quale quando il movimento va verso fuori, dal dantian verso le dita, si espira, e se il movimento va dall'esterno verso l'interno, si inspira, ma è necessario soprattutto, stare comodi, e lasciare che il dantian, vale a dire il centro, diriga e che il corpo ne segua il movimento. L’adeguamento naturale della respirazione al movimento, consente al qi di fluire meglio.
La naturalezza è frutto dell'equilibrio tra concentrazione e morbidezza, tanto nel movimento che nella respirazione.
L’espansione e la contrazione, oscillazioni equilibrate e i movimenti a spirale sono i punti focali del tipo di lavoro che caratterizza il metodo della nostra scuola. La respirazione, naturale e profonda, si lega così ai movimenti circolari che, svolgendosi senza azione, creano circuiti di movimenti continui che si esprimono dall’interno all’esterno facendo in modo che il Qi possa accumularsi e condensarsi oltre che fluire armonicamente.
Il fajin nasce dal fluire del qi.
La circolazione del qi è fondamentale anche nella pratica del tuishou. Quando si comprende e si sente questo fluire è il momento in cui si può trarre profitto dal tuishou e si possono aumentare a poco a poco la velocità e la forza, come succede nella pratica della forma. Tenendo in considerazione la sensazione del fluire del qi si può iniziare praticare il tuishou come se si stesse praticando la forma.
E' più importante sentire la circolazione del qi tra le due persone, che usare la forza.